"La natura non è un optional.." (Saul Arpino)
Salve,
vi scriviamo in seguito alla proposta avanzata dall'assemblea dei sindaci dei Comuni del Gran Sasso, di dar vita al progetto del periplo tramite la costruzione di una nuova strada asfaltata, da Forca di Valle a Prati di Tivo, in pieno territorio del parco nazionale del Gran Sasso e Monti della laga.
Come è facile dedurre tale intervento è estremamente dannoso per l'ambiente naturale , il territorio e i suoi abitanti, per cui abbiamo l'obiettivo di formare un gruppo per evitarne l'attuazione, e proporre soluzioni alternative che indirizzino davvero il territorio verso uno sviluppo sostenibile, senza scontentare locali e turisti.
in merito a quanto riportiamo sotto vi chiediamo cortesemente di fronteggiare con noi questo attacco alla montagna, scrivendo all'indirizzario allegato,affinchè un territorio come quello Teramano vada preservato e tutelato, valorizzato per quello che è, senza inutili devastazioni o tentativi di imitazioni. In fondo se si fa turismo in determinati posti è proprio per la loro unicità.
Siamo nel polmone verde d’Italia, rifugio di diverse specie animali, un territorio spesso oggetto di disattenzione che ha già pagato e sta pagando troppo.
Trovate in fondo una mail basica con la nota del gruppo, da inviare a tutti gli indirizzi a cui farlo, preferibilmente modificabile secondo il vostro pensiero e i vostri personali appunti.
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NO ALLA STRADA FORCA DI VALLE - PRATI DI TIVO, SI A UNO SVILUPPO SOSTENIBILE.
Sempre di più, negli ultimi tempi , si sta assistendo ad attacchi senza precedenti alle peculiarità di quella che molti ancora definiscono “regione verde d’europa”, cavalcando il malcontento popolare e illudendo su ipotetici sviluppo e crescita infiniti e valorizzazione del turismo di massa, con cui giustificare la distruzione delle bellezze paesaggistiche e naturali che tanti ci invidiano anche all’estero, e di cui dovremmo essere i primi custodi affinchè pervengano alle generazioni future, per sfruttarne appieno le potenzialità economiche senza impattare sull’ambiente.
Uno di questi attacchi è la petizione per il completamento del periplo montano del gran sasso d’Italia, promossa dalla neo amministrazione di Castelli, e che a suo dire risolverebbe tutti i problemi delle aree montane. Analizziamo realmente la situazione.
La crisi delle aree montane non è recente, bensì un fenomeno che ha radici nel dopoguerra, con lo spopolamento delle aree montane e il termine delle antiche attività rurali e dell’economia di autosufficienza, a favore del miraggio di un benessere cittadino, tanto comodo quanto impattante verso l’ambiente e schiavizzante dell’individuo. Un fenomeno che sta volgendo al termine visto il crescente movimento di ritorno alla campagna di cui l’amministrazione attuale sembra ignorare l’esistenza. Lo stesso movimento che, se indirizzato bene, può dare nuovo slancio ai paesi e dar vita a un’economia ecologica e sostenibile, ma in caso contrario condurre a un consumo dissennato del territorio.
L’area della Valle Siciliana con la corona di cime della catena orientale del Gran Sasso, probabilmente una delle valli e degli scorci più suggestivi d’Italia, ha subito nei decenni una serie di attentati al suo patrimonio paesaggistico, naturale e storico-culturale dei luoghi. Ricordiamo i trafori autostradali che hanno sfigurato e abbruttito interi paesi finiti sotto i viadotti e causato la perdita di un bene pubblico sempre più prezioso, l’acqua, con un calo della falda di 600m. e il disseccamento e riduzione di portata di tanti torrenti e sorgenti, nonché la costruzione dei laboratori di fisica nucleare, e i recenti versamenti nel Mavone di sostanze inquinanti!
La minaccia in oggetto è rappresentata dal consumo del territorio, che sta spazzando via il patrimonio paesaggistico e quello storico degli antichi edifici, a favore di un’edilizia dissennata che ha ridotto paesi come Forca di Valle ed Isola del Gran Sasso a succursali periferiche di una grande città, con outlet, zone industriali, capannoni e la continua costruzione di condomini e palazzi , in perfetta sintonia con la colata di cemento che sta distruggendo l’Italia. Interi casolari, colline, boschi vengono sacrificati al cemento senza tentativo alcuno di fondersi o integrarsi con il paesaggio: un affronto all’architettura rurale che affascina ed attrae acquirenti esteri. Nei tre borghi di Tossicia, Isola del Gran Sasso e Castelli ritroviamo una caratteristica peculiare, quella del centro storico arroccato su uno sperone alla confluenza di 2 valli fluviali, con un tessuto urbano compatto e spesso inalterato. Tuttavia, mentre Castelli è inserito tra i borghi più belli d’Italia, come pure Pietracamela, la stessa sorte non è toccata a Tossicia e Isola, che hanno consentito all’edilizia moderna di deturparne la bellezza, nonché al cemento usato senza criterio ne gusto in nome del turismo religioso. Una strada su cui si sta avviando anche Castelli, in contrada Casette.
L’edilizia moderna e l’insediamento sparso rappresentano le principali cause della perdita di identità di borghi e campagne: sarebbe quindi auspicabile un interruzione di tale fenomeno con una rapida inversione di rotta verso modelli come quelli Toscani , a cui non abbiamo nulla da invidiare in fatto di paesaggi ma che hanno dimostrato di saper dosare gli interventi antropici al fine di integrarli con il luogo per valorizzarlo al meglio, discernimento premiato da un turismo internazionale di alto livello che nulla risparmia pur di avere accesso a quelle zone.
Paesaggi collinari stupendi e ancora integri con mosaici tra campi e boschi, compresi nei territori di Castelli, Isola, Arsita, Farindola, Cermignano,Bisenti sono testimoni di una convivenza equilibrata tra ambiente ed insediamento umano che in altri luoghi in Abruzzo è stata spazzata via e che per questo andrebbero maggiormente fatti conoscere e tutelati, anziché depredati e modificati per l’usa e getta vacanziero, valorizzati per la loro unicità e storia, con attenzione per il recupero dell’edilizia rurale esistente, così come di prassi in altre regioni e all’estero.
Sul campo ambientale lasciano altresì perplessi se non sconvolti le dichiarazioni del neo sindaco Enzo De Rosa, che se da un lato decanta le bellezze naturali e gli ecosistemi del Gran Sasso in una petizione pro-periplo che a legger bene sembra un copia-incolla di testi già visti altrove, dall’altro in un intervista post elezione dichiara a Teleponte la necessità di abbattere i vincoli ambientali e paesaggistici che “ingessano lo sviluppo del paese”, e a supporto di tal tema per il 20 agosto ha invitato un noto politico indagato, Clemente Mastella, al fine di parlare dello “sviluppo del paese”. Ma sappiamo bene a che tipo di sviluppo lui si riferisce, ovvero al turismo peggiore, quello di massa, all’attacco alle aree protette molto fastidiose per tutti coloro che preferiscono non sottostare alle regole e trovano comodo eliminarle o aggirarle. Il problema in effetti, non è mai l’area protetta, ma la legalità ad essa associata! A tal punto che nella petizione offende esplicitamente tutti coloro che si battono da decenni per uno sviluppo diverso, contro l’ippovia, contro le energie rinnovabili, dimostrando una limitata idea di sviluppo e la chiusura totale verso quei progetti che pur aprendo al turismo e all’espansione economica non danno possibilità a vecchi investitori, magari esterni al territorio. Ma è l’Abruzzo che ha bisogno di rilancio, non vecchi affaristi noti. Ed è questo che deve premerci, il benessere di un territorio che ha già perso molto. La nuova amministrazione, ricordiamolo, non si è espressa sul nucleare e sull’acqua pubblica, per motivi ora ovvi.
La strada Rigopiano – Colle Corneto di Castelli, nei piani originari del parco, doveva essere chiusa!! È una strada che andava realizzata più a valle , ma invece fu realizzata su pendici franose e soggette a valanghe, tant’è che tutt’oggi ne paghiamo ancora gli effetti con la grande frana in continua espansione in località Gravone. Anche ammesso che possa essere aperta permanentemente, che benefici darebbe? Nessuno, dato che la stessa strada da Rigopiano a Vado di Sole non è aperta in inverno, e anche se lo fosse, finirebbe in un punto cieco dato che in inverno le strade di Campo Imperatore sono chiuse, sepolte da metri di neve, e talvolta vengono aperte solo quelle fino alle macellerie e a Fonte Vetica, che sono attivi solo d’estate.
La strada Forca di Valle-Prati di Tivo correrebbe sull’attuale ippovia del parco, rappresentando l’ennesimo attacco alla montagna teramana, con sbancamenti di versante per la realizzazione, con boschi, prati e ambienti in pieno parco e sotto tutela che andrebbero distrutti. Il tutto per realizzare un infrastruttura a servizio del turismo di massa per arricchire limitatamente i soliti imprenditori sciistici, senza portare beneficio all’economia locale. Il turismo dello sci è strettamente dipendente dalle precipitazioni nevose, negli ultimi anni sempre più scarse a quote basse, specialmente a inizio e fine stagione.
A rimetterci in tutto questo, relativamente al costo della realizzazione di strade e risarcimenti in caso di mancato innevamento saranno sempre i cittadini con i loro soldi e il mancato apporto di opere invece utili.
Come mai si vuole realizzare questa strada inutile e distruttiva, quando decine e decine di strade in tutta la valle siciliana e soprattutto nello stesso comune di Castelli sono interrotte o versano in condizioni disastrose?? Il collegamento con Arsita è franato ormai da anni, la strada per Colledoro e Befaro è sempre più pericolosa, costruita su evidenti nicchie di frana, e tutto il territorio di Castelli e delle sue contrade è gravato da un dissesto idrogeologico notevole, che si continua ad ignorare o a risolvere con antiestetici muraglioni di cemento, dannosi per la piccola e media fauna locale. Nonostante il dimostrato rischio idrogeologico spesso e volentieri si abbattono gli alberi con cedui dissennati o tagli verdi anche in estate, pur vietati. Perché i soldi dei cittadini devono esser spesi per opere faraoniche dannose e inutili, invece che nel miglioramento della viabilità locale? A quando studi e interventi di ingegneria naturalistica per arrestare le frane e l’erosione dei versanti, ormai evidenti anche entrando a Castelli ? Probabilmente l’amministrazione locale preferisce aspettare che ci scappino i morti e le devastazioni irrimediabili, come accaduto al sud Italia.
La crisi che sta attanagliando l’Italia, e non solo le aree montane, ci invia chiari segnali di come occorra un cambio di rotta radicale e di come sia impossibile risolvere i problemi di questo territorio con gli stessi mezzi che corrispondono alla causa.
Occorre puntare ora più che mai allo sviluppo sostenibile,alla valorizzazione reale dei nostri paesaggi, prodotti e montagne, puntando all’educazione e tralasciando tutto ciò che di dannoso il passato ci ha lasciato o che il presente ci propina, come lo sfruttamento delle terre per l’allevamento intensivo prima e del cemento poi. Occorre autogestione delle risorse e delle attività, puntando su una ricettività turistica di qualità ed ecosostenibile. La ricettività può essere incrementata non con nuovi e stilizzati alberghi, ma recuperando l’edilizia esistente nei centri storici, vedendo una possibilità nei tanti casolari attualmente cadenti, convertendoli a villaggi ecologici sostenibili ed attrezzandoli in modo da essere il più possibile autosufficienti e dotati di sistemi per produrre energia rinnovabile. I comuni stessi potrebbero impegnarsi su questa strada, acquistando e recuperando case nei centri storici ed affittandole tutto l’anno. Gli insediamenti rurali meriterebbero d’essere sempre abitati da qualcuno, ospitando turisti tutto l’anno, con conseguenti entrate economiche continue, puntando su attività di pet therapy, fotografia naturalistica, ricerca del benessere o riavviando antiche colture ora scomparse o di nicchia, e per questo considerate di pregio, reindirizzandosi verso un’economia di sussistenza e recupero di prodotti agricoli in estinzione, come il farro.
Le nostre montagne della valle siciliana sono ricche di biodiversità , scorci panoramici mozzafiato, ma non vengono valorizzate a partire dai sentieri. Tutta la rete di sentieri che percorre le montagne anche fino in cima partendo dai versanti settentrionali è persino più suggestiva di quella del versante aquilano, spoglio e povero d’acqua: eppure versa in stato di abbandono, ignorata persino dai gruppi CAI locali, che pertanto si invitano a prendere posizione sul progetto e ad attivarsi. Disponiamo di incredibili bellezze naturalistiche, abbiamo cascate, sentieri, boschi e pareti uniche, abbondanti anche lungo il tracciato Forca di Valle-Prati di Tivo, e molte delle quali visibili da Castelli, come la Cascata della Pila, o dai viadotti autostradali, ma non le conosciamo e lasciamo che i sentieri siano richiusi e abbandonati, quando potremmo valorizzarli riaprendoli e organizzando escursioni turistiche ed ecologiche.
Tutte attività che ben potrebbero conciliarsi con la natura e il parco. Un parco nazionale vero, gestito dalle comunità locali e che miri a promuovere un benessere diffuso e durevole, e dirigersi verso l’obiettivo della conservazione naturale.
Se i parchi abruzzesi non esplicano le funzioni essenziali di protezione, conservazione e promozione del territorio è a causa della gestione da parte di commissari momentanei, di cui le influenze politiche ed economiche non sempre garantiscono la trasparenza e benché meno il benessere del territorio.
Per risolvere il malcontento conseguente a una pessima gestione è necessario gestire collettivamente il territorio, volgendoci alle possibilità che le nuove economie, più attente all’uomo e alla riscoperta dei valori, ci offrono.
L’idea è quindi quella di formare un gruppo della Valle Siciliana, per opporci alla realizzazione di questa strada e alla politica della “soluzione” facile, immediata quanto inutile, proponendo alternative di serio sviluppo rispettose dell’ambiente e dei cittadini, che puntino alla conservazione della natura e ad un vero sviluppo sostenibile del nostro territorio.
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MAIL DA INVIARE :
Buongiorno, scrivo in merito alla proposta di riprendere il progetto “Periplo del Gran Sasso”, che ha visto riuniti i sindaci di zona
http://www.teramonews.com/sale_la_protesta_dei_sindaci_della_montagna_dobbiamo_fare_sistema_per_combattere_lo_spopolamento_e_rilanciare_il_turismo-22591.html.
In questa petizione
http://www.ilcapoluogo.it/News/Eventi/Petizione-completamento-periplo-del-Gran-Sasso-d-Italia-55398
ritrovo un concentrato di demagogia e contraddizione in cui da una parte si esaltano le bellezze della zona e dall’altra di tenta di distruggerle aspirando ad un modello di sviluppo fallimentare e imitativo di altre zone con pregi e difetti diversi da quelli del territorio in oggetto.
Se davvero si vuole il turismo ed evitare ulteriore spopolamento, non è aprendo nuovi varchi dentro un Parco Nazionale COMMISSARIATO che si avranno questi risultati, anzi. Si produce esattamente l’effetto contrario, rinunciando per sempre ad attirare un turismo di qualità.
Tramandare l’artigianato, creare percorsi guidati e rispettosi della montagna, abilitare guide, riaprire sentieri del Cai ormai in disuso e rispettare il Parco anziché attaccarlo e sentirlo come una violenta limitazione alle speculazioni: è questa l’unica maniera di esaltare il territorio ed evitare una fuga di massa, dare la possibilità a residenti e turisti di abbracciare le nuove economie, di esplorarle, o di recuperare coltivazioni in disuso incentivando la coltivazione di alimenti tipici e di nicchia per far riscoprire sapori persi e invidiabili.
E’ fuorviante parlare di nuove strade quando moltissime versano in condizioni disastrose, o sono addirittura interrotte.Il tutto nella regione più infrastrutturata d'Italia dopo la Lombardia! Come possiamo sentirci invogliati ad abitare un territorio con tante interruzioni o a visitarlo se ci sono così tante difficoltà nel reperire informazioni turistiche o nella circolazione di base?
Quello di cui tutti, turisti nuovi o abitudinari e locali hanno bisogno è una nuova attenzione al territorio, una cura dei dettagli che ora manca, studi e interventi di ingegneria naturalistica per arrestare frane ed erosioni, esaltazione delle bellezze naturalistiche, disponibilità di guide che conoscano il territorio e sappiano spiegarlo per quello che è, di incentivi al recupero di vecchi casali come ecovillaggi e laboratori di agricoltura biologica e sviluppo sostenibile, per garantire oltre al turismo, una ripopolamento stabile del territorio.
La crisi che sta attanagliando l’Italia, e non solo le aree montane, ci invia chiari segnali di come occorra un cambio di rotta radicale e di come non sia impossibile risolvere i problemi di questo territorio con gli stessi mezzi che corrispondono alla causa.
Occorre puntare ora più che mai allo sviluppo sostenibile,alla valorizzazione reale dei nostri paesaggi, prodotti e montagne, puntando all’educazione e tralasciando tutto ciò che di dannoso il passato ci ha lasciato o che il presente ci propina, per un benessere davvero durevole.
A tal proposito mi impegno a far girare questa mail e a diffondere la notizia della distruzione che si intende fare tra tutti i possibili fruitori del territorio per boicottare lo stesso finchè non ci sarà un cambio di rotta decisivo, e far sentire la loro voce.
Da: fabrizio@ilcalderone.biz
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INDIRIZZARIO DI PROTESTA :
ente@gransassolagapark.it,info@caicastelli.it, isoladelgransasso@cai.it,info@prolocotossicia.it,proloco@prolococolledara.it,turismo@provincia.teramo.it,bacort@tin.it,comune.castelli@pec.it, sindaco@comune.isola.te.it, sindaco@comunetossicia.gov.it, comunedicolledara@virgilio.it,protocollo@comune.cortino.te.it,protocollo.farindola@pec.it, comunediarsita.te.sindaco@pa.postacertificata.gov.it,sindaco@comune.calascio.aq.it,info@comune.casteldelmonte.aq.it,info@comune.teramo.it
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