mercoledì 31 agosto 2022

Ritorno alla Terra (Gorby ed altri...)



"Michail Gorbacev". Un nome sconosciuto tanto all’estero quanto presso la stessa società sovietica del suo tempo. Cognome come tanti (assai popolare), volto mite e tondeggiante -  come tanti –  costituzione media che tende vagamente alla pinguedine : un ometto semplice dall’accento meridionale che non beve e non fuma, evita relazioni extraconiugali ed altri vizi della nomenclatura di partito. Nel suo appartamento privato non riceve nessuno e la figlia a suo tempo l’ha mandata alla scuola pubblica anziché negli istituti per i figli dell’elite.
Queste le sembianze del nuovo leader dell’URSS, che pare materializzarsi dal nulla in un lontano marzo del 1985. 
Figura del tutto singolare a modo proprio, nel senso che si distingue per la sua strabiliante ordinarietà : non fosse per la famosa voglia che appare sul capo diradato, sarebbe arduo farne una caricatura per le vignette satiriche a differenza dei suoi più noti predecessori. Dai tempi della rivoluzione d’ottobre che ai massimi livelli di stato non si affaccia una fisionomia tanto ordinaria : potrebbe essere la personificazione dell’iconico uomo qualsiasi di romanzi e film, emerso da chissà quale profondità rurale e temperata del “grande paese”, dal cuore agricolo della patria sovietica. Non a caso, gran parte della sua esistenza l’ha passata tra gli sterminati campi della nativa regione di Stavropol (città del grande sud slavo orientale, a ridosso del Caucaso settentrionale), areale di popolamento ucraino e russo da tempo immemore (Gorbachev vanta entrambe le componenti genealogicamente). A dispetto dell’apparenza quasi anonima ha energicamente e sistematicamente scalato tutte le posizioni della gerarchia feudale di partito prevista ai tempi : lo fa placidamente, con “grazia” quasi, senza mai distinguersi né in zelo di partito né in stravaganze e deviazioni dalla linea (…). Presente – come tutti – ai funerali di Stalin, evita tuttavia in seguito (divenuto lui controllore dell’aderenza ideologica) di segnalare alcuno per qualsivoglia infrazione. Il giovanotto che lavorava assieme al padre nei campi per pagarsi studi (e matrimonio), col passare del tempo diventa il “signore” di Stavropol…..piattaforma dalla quale parte il lancio verso i corridoi del Cremlino.
Campi o meno dai quali sia emerso, finirà col viaggiare (per motivi ufficiali) fuori dei confini patri e vedere più mondo della massima parte dei suoi concittadini (e di molti dei suoi rivali). Sul serio, dare anche solo uno sguardo rapido alla biografia del soggetto lascia dietro sé un’impressione dell’incredibile linearità (non dico “tranquillità”, che sarebbe fuorviante) del suo percorso politico e umano : niente urti, niente frizioni, niente punti oscuri, lacune, intrighi e men che meno trame sanguinose (!) . Niente di NIENTE. Il nostro protagonista cresce, si rafforza e procede senza ostacoli (apparentemente), nel massimo silenzio, lentamente e inesorabilmente, di decade in decade per tutto il lasso di tempo della guerra fredda. E’ silenzioso senza essere un’eminenza grigia – anzi, al contrario, sono le eminenze grigie a benvolerlo e raccomandarlo (in primis Andropov, al comando del KGB e poi alla guida del paese nel breve interregno dopo Brezhnev), gli si aprono le porte, quelle che contano e al momento giusto, con un tempismo e disinvoltura da lasciare sorpresi………e il nostro corridore arriva al traguardo (scettro dell’Urss). Sembra quasi – mi si passi l’originale scelta di termini (che a dispetto dell’apparenza non vuole nemmeno essere offensiva) – che Mikhail Gorbachev “filtri” placidamente, come una qualche minuscola nube gassosa, inodore ed invisibile, che filtra traverso le pareti, verso l’altro, di livello in livello sino al massimo vertice, senza che nessuno se ne accorga.
Beh, no….ad accorgersene sono in molti in realtà, ma NON lo ostacolano (tutto il contrario, ed alcuni gli danno pure la “benedizione”) : il fatto è che il personaggio, per la sua natura e le sue caratteristiche…….non incute timore, quelle onde di ambizione e intrigo che solitamente pervadono l’aura dei candidati al trono (…). Laborioso e semplice, dinamico ma privo di quell’aura di ambizione che pervade i classici candidati senza vizi, che non si espone troppo e non scontenta né gli uni né gli altri (non si colloca in alcun ramo estremo dello spettro di correnti della nomenclatura sovietica. Riformista - chi non lo è , idealmente, tra i governanti ?! - ma con moderazione estrema). Per quanti si domandassero come ha fatto costui a scalare la vetta della seconda potenza planetaria, quali qualità esprimesse……..la risposta è questa :  abbiamo di fronte la seguente tipologia di protagonista, ovvero l’”uomo qualsiasi” , senza superlative qualità o superpoteri, che riesce sgominare una legione di più vistosi ed accessoriati rivali, con semplicità e volontà.
In realtà, se si vuole andare sino in fondo alla cosa, ’”uomo qualsiasi” seppur sprovvisto di talenti pirotecnici e specifiche genialità ,  dispone di una formidabile potere : egli è TUTTI e NESSUNO al tempo medesimo. Un’entità in cui massima parte di chi osserva può in qualche modo ritrovarsi. Che non intimorisce chi sta in basso e non suscita perplessità in chi sta in alto (magari convinto quest’ultimo, che sia prevedibile e controllabile. Punto chiave questo).
E’ così che si arriva a quel marzo del 1985. Emerge dalle copertine dei principali settimanali chi non ci si sarebbe aspettato (la storia emerge da angoli inaspettati talvolta), una figura anonima fino a quel momento che tuttavia in un certo senso rappresentava la sintesi di tanti elementi di quel brodo che era la società sovietica lui coeva  : tutto il resto è storia, alla base della nostra contemporaneità – uno dei pilastri dell’evoluzione storico-politica della generazione che conduce ai giorni presenti. Una storia raccontata 1000 volte, da infinite angolazioni e differenti luci, filtri (…). 
Insomma, nessuno oserebbe affrontare da una bacheca di un social il “caso Gorbachev” e le sue ripercussioni sulla storia mondiale (io tanto meno), eppure un’impressione a prima vista rimane indelebile : il SISTEMA lo ha lasciato passare. Il sistema ha lasciato passare colui che ne avrebbe innescato il disfacimento. Il sistema inconsapevolmente ha rilasciato al proprio interno il virus che raggiunto il nucleo della cellula l’avrebbe alterata, portando poi all’alterazione virale delle milioni attorno ad essa (…). Il sistema lo ha lasciato passare perché si fidava di lui, perché non destava preoccupazione alcuna, perché la sua personalità non suscitava reazioni (se non benevole), perché in qualche modo suggeriva STABILITA’ (niente stravaganze o rischiose avventure) in un momento in cui ve n’era bisogno per superare la stagnazione accumulata dalla generazione precedente e le incertezza del futuro. 
E’ chiaramente singolare, emblematico (e tragicomico) sottolineare le ultime due righe alla luce di quanto verrà.



Catturiamo, imbrigliamo il mantra, la cacofonia che si leva da una moltitudine di russi odierni in occasione dei funerali dell’ultimo leader della Cccp... riordiniamo e processiamo l’impasto sino a darvi una forma lineare e allora potremo articolare un discorso che suona nel seguente modo (ascoltare, prego) : “fino alla metà degli anni 80 esisteva una società multinazionale di 300 milioni di abitanti, istruiti, tutelati nella salute, difesi contro minacce esterne. Sostanzialmente felici entro il limite di benessere che la cornice sovietica permetteva : poi un giorno è arrivato LUI e nel giro di un pugno di anni tutto questo si è dissolto, aprendo le porte ad un mare di dolore (…)”. 
Tanti la pensano così, cullandosi in reminiscenze di un Eden perduto (tra l’altro anche “bonificato” per i noti effetti della memoria selettiva). Costoro, che umanamente rispetto, hanno le loro ragioni e i loro torti al tempo medesimo. 
Hanno torto nella misura in cui rimpiangono una culla che in realtà era già arrivata al suo fisiologico termine, a prescindere dal leader in carica : la stagnazione ereditata dalla stagnazione sin dai tempi di Brezhnev oramai esprimeva tutti i suoi effetti…..nel contesto di un villaggio globale divenuto più veloce di quanto fosse mai stato in precedenza. L’URSS – così come era concepita e strutturata  – NON era oggettivamente in grado di affrontare le sfide del secolo a venire : una colossale creatura novecentesca contro una miriade di rivali ed avversari assai più agili che parlano un differente “linguaggio”, dotati di tecnologie e psicologie di comunicazione del tutto nuove, con economie in rapidissima crescita. Il “paradiso” se lasciato a sé stesso sarebbe rimasto stritolato in un meccanismo globale ancor più titanico, con tutta l’umana comprensione per la nostalgia di molti (…). La patria sovietica del 1985 si trovava già in stato di crisi a prescindere da tutto – senza saperlo -  e necessitava assolutamente un mutamento, uno sostanziale, benchè le persone che vivessero non se ne rendessero conto……..occorreva un uomo del cambiamento, un uomo del destino, sì, occorreva una “perestroika” (rifondazione). 
Il problema è che questo ”uomo del destino” di cui ci sarebbe stato bisogno non era Mikhail Gorbachev e la rifondazione di cui c’era assoluto bisogno non era quella da lui pianificata : la società sovietica nel suo momento più complicato aveva bisogno di una guida votata al cambiamento e per l’appunto ne ha ricevuta una………che però era quella sbagliata. 
L’estesa riflessione sul lato umano di Mikhail Gorbachev nel capitolo precedente è la condizione essenziale per arrivare al cuore più profondo del problema che si affronta : non  pretende di essere l’unica chiave di lettura (non lo è) in merito al nodo storico che ha sconvolto la geopolitica a cavallo tra XX e XXI secolo, ma un ulteriore prospettiva sul piano teoretico per quanto concerne la natura dello stato nazionale (o sovranazionale in questo caso).
Andiamo all’essenza senza giri di parole : la frase seguente - “Mikhail Gorbachev a capo dell’Unione Sovietica” -  può essere considerata alla stregua di un ossimoro. Questo per una ragione essenziale che potremmo definire ontologica (il problema del fallimento dell’ultimo leader sovietico è ontologico se vogliamo trovare una risposta ai massimi livelli, quelli filosofici per dire). Il nostro protagonista, come osservato, vien su dagli sterminati campi di quel profondo meridione russo che lambisce Caucaso ed Ucraina : un volitivo e dinamico provinciale che CREDE nel proprio sistema, vi crede fedelmente, genuinamente……….forse anche TROPPO (per chi legge da qui in avanti è importante) : Mikhail appartiene a quella generazione nata a cresciuta sotto l’ala dello stato socialista, senza particolari scossoni e crede ai suoi ideali alla sua dottrina. Vi crede al punto da immaginarsi (quasi come la propaganda vuole) uno stato ed una società più forti e stabili di quanto effettivamente non fossero. Il suo essere tutt’uno col sistema vigente l’ha forse portato – in buona fede – a figurarselo come si desiderava che la gente lo immaginasse, apprezzandone le forze ma senza considerarne adeguatamente i punti deboli.
Iniziò riforme di grande spessore senza rendersi conto che il “giocattolo” che aveva per le mani era assai più fragile e sensibile di quanto non volesse credere (paradosso, enormità della cosa). 
Mikhail, immaginava lo STATO (questo il punto) talmente solido da poterlo riportare alla madre terra, di poterlo normalizzare, umanizzare, restaurare privandolo di una specificità del quale NON poteva essere privato…


E si conclude con questo capitolo che è il più significativo, ma anche complicato...
Mikhail Gorbachev, uomo onesto e genuino……pensa tante riforme per la casa sovietica di centinaia di milioni di anime : ognuna di esse meriterebbe un capitolo a sé stante, ma messe tutte assieme assumono un’altra definizione, collettiva, che le ingloba, elevando il tutto ad un altro livello di comprensione che ha a che fare con la filosofia della storia più che non con l’evidenza d’archivio (cioè qualcosa di più astratto, ma sicuramente non banale). 
La definizione globale del processo innescato dall’ultimo leader Cccp, verso cui cerco di condurre gradualmente il lettore, potrebbe articolarsi in un’altisonante espressione quale : “PERDITA DELLA DIVINITA’ “. 
Il significato  ? L’insieme delle riforme, l’entità GLOBALE del cambiamento pensato da Gorbachev, porta ad intravedere la magnitudo della sua visione : egli intendeva in un qualche modo “normalizzare” l’intera macchina (stato), standardizzarla, plasmarla in modo tale da renderla a misura d’uomo……in breve, “RIPORTARE ALLA TERRA” (da qui il titolo di questi capitoli), farlo tornare ad uno status terreno rispetto al grado di eccezionalità che lo pervadeva sin dalla sua lontana e caotica palingenesi rivoluzionaria di quasi 70 anni prima. 
Lo stato concepito da Lenin dopo il 1917 USCIVA DALLA STORIA –  nella misura in cui il magmatico evento rivoluzionario che ne è alle fondamenta ESCE dalla storia : il consueto corso degli eventi che caratterizzava l’evoluzione della società umana di era in era veniva “spezzato” da questo incredibile accadimento che per forza di cose si poneva al di fuori dei canoni dell’umanità e delle sue leggi ordinarie : la storia naturale (dall’inizio del mondo) era una cosa……mentre la rivoluzione assieme a tutto ciò che essa generava (dal suo inizio in avanti) era un’altra, una dimensione parallela di livello superiore le cui leggi non potevano essere comparate moralmente con quelle del “mondo esterno”. Questo, signori, altro non è che l’indispensabile fondamento messianico dello stato socialista sovietico : altrimenti non può essere, pena un suo ridimensionamento al livello di qualsiasi altro suo vicino. L’eccezionalità morale e storica della rivoluzione socialista (e quindi del primo stato che genera), non può essere messa in discussione…….poichè per battersi e dare la propria esistenza occorre credere di farlo in qualcosa di più grande ancora della propria esistenza : per un IDEALE e non per un ingranaggio burocratico (come spesso purtroppo è). 
Non è questa una caratteristica specifica del comunismo, ma di qualsiasi organizzazione che voglia darsi un fondamento solido : più tale organizzazione è grande, maggiore è il bisogno di tale fondamento, implementato e rafforzato da qualsiasi elemento possa tornare utile. Gli STATI…sono tra le organizzazioni più estese che le società umane abbiano elaborato : in quanto detentori del monopolio della forza nei confronti delle proprie microscopiche unità fondanti (cittadini) necessitano giocoforza di un fondamento morale per farlo. Tale principio di interdipendenza tra “dimensione fisica e dimensione morale” rimane attivo anche nella cornice degli stati : più essi sono minuscoli ed omogenei meno sono necessari fondamenti “assoluti” per il loro mantenimento, rivelandosi sufficienti costituzioni e sistemi democratici relativamente semplici (…). Al contrario più uno stato è esteso, maggiore il numero dei suoi abitanti e la complessità della propria composizione etnica, nonché difficoltà a tutelare i propri confini, maggiore sarà la necessità di una dimensione morale che rivaleggi con quella fisica, un fondamento forte, fortissimo, che vada oltre (ahimè) i canoni delle secolarizzate democrazie parlamentari. 
L’Unione Sovietica ereditò la sagoma geografica e il peso demografico del secondo impero più esteso sulla faccia del pianeta : quest’ultimo rischiò la disintegrazione territoriale negli anni della guerra civile dopo la rivoluzione (a dimostrazione che lo zarismo di fine XIX secolo, pertinacemente reazionario e ormai secolarizzato era già di per sè inadeguato per il compito di tenere assieme, gestire e controllare lo spazio continentale cucito assieme dai propri predecessori). 
Non era più possibile certo, in età contemporanea, credere nel messianismo cristiano ortodosso della prima età moderna (il 500 di Ivan il terribile), ma era tuttavia possibile trovare un nuovo messianismo laico….una fede che andasse oltre la materia, senza per forza scomodare la teologia : per l’appunto il momento delle ideologie. 
Una costruzione come lo stato russo è per forza di cose – per le caratteristiche innate conferitegli dalla sua specifica storia – un qualcosa che non è in grado di reggersi su sistemi analoghi suggeriti ed importati dall’occidente. Lo stato russo per la sua natura più intima non può essere “democratico” nel medesimo senso in cui lo sono stati nazionali con parabole storiche differenti. Lo stato russo…….non può esser privato della sua “eccezionalità”, non può essere privata del suo “assoluto” le cui vestigia esteriori cambiano di era in era a seconda dell’esigenza….dalla terza Roma di Ivan IV°, allo stato marxista-leninista e la sua terza internazionale di 4 secoli dopo (in quest’ultimo caso a noi più prossimo cronologicamente,  l’”assoluto” non è di stampo religioso chiaramente, quanto hegeliano : l’idea di quel regno di Prussia e della sua macchina statale la cui perfezione è incarnazione dell’incontro tra materia e spirito su questa terra è la premessa ontologica di base trasmessa a Lenin – tra i tanti seguaci di Hegel – il quale da essa parte, quando forgerà  il proprio stato al momento debito (…).
Ci siamo spinti molto lontano….ai bordi dell’iperuranio platonico per dire cosa ? 
Per far capire (o almeno provarci) la vera entità dell’inadeguatezza del capo di stato che arrivò al vertice nella primavera del 1985  : la tragedia di Mikhail Gorbachev fu di non capire l’essenza più profonda, la VERA natura della struttura che voleva non solo governare, ma modificare. Gorbachev da bravo cittadino sovietico che segue tutte le regole, conosceva la storia del proprio paese, ma solo superficialmente : ignorava la storia DIETRO LA STORIA, ovvero il senso storico alla base del susseguirsi degli eventi. In parole semplici il capo di stato NON conosceva il proprio grande paese nella misura in cui essendone un perfetto figlio difettava della giusta distanza, della giusta prospettiva per poterlo giudicare adeguatamente (come il figlio di genitori benestanti, che non si rende conto di essere “benestante” dato che per lui quella è la normalità). Egli NON vedeva il quadro, quello vero, nemmeno con i mezzi di cui un capo di stato disponeva…..sorvolava invisibili parametri vitali : in questo modo decise di “riportare alla terra” lo stato socialista sovietico (“elevato al cielo” dalla rivoluzione d’ottobre), decise di portarlo a misura d’uomo, attenuandone e alla fine cancellandone quella carica di “assolutezza” originaria. Venne indebolito il suo cuore sacro – il partito - , ritenendo che il corpo dello stato multinazionale sarebbe sopravvissuto senza (!). 
Gorbachev, nel suo disegno di amplissimo respiro, si immaginava come lo scienziato di un laboratorio di ingegneria genetica, all’opera nel riformulare il DNA dell’essere che aveva in tutela : scisse con noncuranza il gene (quello dell’”eccezionalità”) che era alla base stessa non solo del sistema sovietico…ma del popolo russo e della civiltà slavo orientale in generale. Agì come un cardiochirurgo il quale nel mentre di operare un intervento per migliorare la funzione circolatoria nelle arterie del paziente, sbaglia rimuovendo anche………il cuore stesso (?!?). 
L’eccezionalità di cui si parla, altro non è che il “SONDERWEG” di cui si è fatta menzione infinite volte, ossia la legge ultima che regola lo sviluppo di un’intera civilizzazione. L’ultimo leader sovietico – questa è la tragedia – non aveva nozione alcuna del Sonderweg del proprio popolo (e dei tanti che ne dipendevano), o forse l’aveva, ma falsata : pensò (può essere) di migliorare, aggiustare la traiettoria storica dello stato sbarazzandosi del fardello del comunismo sovietico ovvero spogliandolo della sua sacralità…..senza rendersi conto che proprio in tale sacralità era custodita la scintilla del Sonderweg in questione. Non seppe distinguere tra i vizi del sistema socialista sovietico e quelle caratteristiche profonde che tenevano in piedi l’intero edificio e che sarebbero state indispensabili a prescindere dal sistema in vigore : questo anche perché le due cose erano talmente intrecciate ed amalgamate che era arduo rimuovere una cosa senza danneggiarne altre (una scusante per Gorby). 
Il risultato del processo di secolarizzazione (ideologica) promosso da lui, porterà in tempi brevissimi alla decade contraddistinta da anarchia con un altro personaggio – ancor più inadeguato (ed alcolizzato) al potere (il dramma divenne catastrofe…non proseguo). 
Non si intende qui né condannare né giustificare il comunismo sovietico, ma solo riflettere. L’Unione Sovietica si trovava in condizione tale che avrebbe avuto bisogno – negli anni 80 - di una SECONDA RIVOLUZIONE, un secondo “1917” per rilanciare il destino di una società intera. Alla fine un evento magmatico l’ha avuto (da Gorby a Eltsin), ma non quella che serviva purtroppo, come si è visto. 
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Non c’è altro da aggiungere. In questo contesto Lenin si pone come l’ALFA, mentre Gorbachev come l’OMEGA, non solo nel senso che sono stati rispettivamente il primo e l’ultimo leader dello stato sovietico… ma in un senso molto più profondo, filosofico: nel senso che Lenin “eleva all’empireo” (simbolicamente parlando) il sistema… mentre Gorbachev lo “riporta alla terra” (dove tuttavia quest’ultimo non poteva sopravvivere e pertanto decomponendosi in fretta). Confronto ontologico impietoso, dialogo impossibile. 
La terra sia lieve a Mikhail Gorbachev, che era un brav’uomo : in fondo la maggiore giustificazione la suggerisce Goethe forse, quando disse che nessun essere umano può veramente giudicare e valutare un evento di cui egli stesso è generato (…).


Daniele Lanza




Roma. Hortus Urbis: "SemiNati e biodiversità concreta: le zanzare"

 


SABATO 3 SETTEMBRE 2022 ore 17.00-18.30 - 

  • Le zanzare, a cura di Alessandra della Torre (La Sapienza), presso l’Hortus Urbis, via Appia Antica 42/50 - Roma
Sono consigliati: pantaloni lunghi, magliette con le maniche, calze.

L'appuntamento è gratuito. La partecipazione agli eventi on site è aperta a tutti, compatibilmente con i posti a disposizione. Per partecipare è necessario inviare una email a zappataromana@gmail.com indicando nome, cognome, email e telefono. Si è pregati di indicare inoltre se si fa parte di un orto urbano o di una associazione di cittadinanza attiva o si è un insegnante.

Il progetto SemiNati mira a rendere la BIODIVERSITA’ concreta, misurabile e a riportarla ad una dimensione tangibile per tutti, attraverso i sensi: gusto, vista, tatto, olfatto ed udito. Si svolge a Roma, dove gli orti urbani sono una grande realtà, coinvolgendo ortisti, cittadinanza attiva e insegnanti (e non solo) in iniziative volte alla sensibilizzazione sulla biodiversità perché possano, con le loro azioni, essere soggetti attivi, partecipi alla sostenibilità urbana con piccoli gesti che fanno una grande differenza.


martedì 30 agosto 2022

Scuola. La musica è finita...



Ancora pochi giorni e ricomincerà la scuola coi soliti problemi e con quelli che ci hanno imposto in questi due anni e mezzo.

Sento i discorsi delle mamme e mi si stringe il cuore. "I libri non ci sono ancora", "la maestra non si sa...", "dovranno andare con le mascherine?"... ecco, queste recenti preoccupazioni aggravano ulteriormente la situazione. Genitori che si affannano per partecipare alla vita dei figli e timbrare un cartellino. Nonni che sono sempre in pista per alleviare le incombenze che gravano sui figli e disponibili per "recuperare" i nipoti all'uscita dalla scuola. Mi domando che vita è questa. Anni fa si diceva, meglio la qualità che la quantità, ma ora non ci sono più né l'una né l'altra.

Provo tanta com-passione per queste famiglie lacerate, che poi non riescono nemmeno più a comprendersi e si lasciano convincere che il problema è di lui, o di lei, lasciando una porta aperta alle separazioni. Scusate, mi sono anche persa, non so se ho espresso il mio pensiero. Negli anni 70 sembrava che l'evoluzione fossero i servizi, dovendo lavorare in due, lo Stato prometteva asili, scuole a tempo pieno, supporti di vario genere. Dove sono finiti questi propositi?? E ora ci dicono di scegliere andando a votare... Sembra proprio una barzelletta, non c'è nessuno che mi rappresenta, perciò spero in Dio, che mi illumini quando entrerò nel seggio.

L'amico Paolo Mario Buttiglieri ha composto una graziosa poesia:

"quando il popolo
decide di farsi rappresentare
è come dire
che se ti scappa
mandi qualcuno al bagno per te"

La dice lunga... non ci si può più far rappresentare da chi non gode la nostra stima. Dobbiamo smetterla di contare sui nepotismi e di pretendere pizzi su pizzi per appalti infiniti. Crollano i ponti, rapiscono i bambini e riempiono di puzza da inceneritori che nascono come funghi intorno alle nostre case...
Mi fermo qui...

Franca Oberti



domenica 28 agosto 2022

"...la bella democrazia de nojaltri”

 


Il prof. Andrea Zhok usa oltre 500 parole per narrare la “Bella democrazia de nojaltri” sulla raccolta delle firme per partecipare alle candidature nelle elezioni politiche 2022. (Vedi:  http://altracalcata-altromondo.blogspot.com/2022/08/raccogliere-le-firme-ferragosto.html)

Molto precisa e dettagliata, realistica; e, dalle 23 parole del 23° paragrafo (su 24), capisco che − culturalmente − le leggi italiane devono prevedere il “lascia perdere” / “non cavillare” (ossia un condono sistematico e camuffato).(1)

In Italia, normalmente, vengono promulgate anche leggi che impongono un dovere ma non prevedono una sanzione; leggi che impongono una sanzione senza specificarne il motivo.(2)

(Sarebbe bene promulgare, in Italia, un solo tipo di legge e applicarla con eguaglianza, in tempi civili e giusti.)


I fatidici 17 giorni della nuova normativa sulle elezioni: iniziano giovedì 26 ottobre 2017; segue, 8 giorni dopo, venerdì 3 novembre 2017; altri 8 giorno, sabato 11 novembre 2017; e terminano domenica 12 novembre 2017. Totale: 17 giorni.


26 ottobre.

Scambio di legge elettorale: dal “Porcellum” al “Rosatellum”. Un Parlamento appassionatamente unanime − eletti (315 Senatori: 33%) e nominati (630 Deputati: 67%) − approva la Nuova legge elettorale .

  1. 03 novembre.
  2. Legge elettorale che  ‘e sùbbeto  promulgata: LEGGE 3 novembre 2017, n. 165.
  3. 11 novembre

Legge elettorale che  ‘e sùbbeto  pubblicata su G.U. n. 264 del 11.11.2017.(3)


12 novembre

Legge elettorale che  ‘e sùbbeto  entra in vigore.

È la stessa culturale determinazione e volontà politica che, in 74 anni di Repubblica, si riscontra, per esempio, sul tema del finanziamento pubblico ai partiti; del cambio lire/euro del 2002; ecc.; non dimenticando le  Disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica che colpisce tutti, tranne il Parlamento. (4)


Vito de Russis






(1)    Mi sovvengono i recenti delitti pubblici con spettatori e assenza di attiva partecipazione per evitare/impedire l’azione criminosa in atto.

(2)    Dal 2006 al 2018 il 67% del Parlamento (i 630 Deputati) erano nominati. Può la Magistratura emettere le sue sentenze sulle Leggi promulgate in quel periodo “In nome del Popolo italiano”?

(3)     https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2017/11/11/17G00175/sg

(4)    Il “Risparmio” su Roma Capitale è di oltre il 37%.

mercoledì 24 agosto 2022

Festival del Turismo Responsabile - Destinazione Spilamberto

 



Da venerdì 26 agosto 2022   vi accompagneremo alla scoperta di luoghi che forse non conoscete ancora. Le proposte sono il frutto di una lunga collaborazione con le persone e istituzioni di Spilamberto che custodiscono queste realtà non sempre visitabili.

Lo stabilimento della Sipe, la collina di Collecchio e la Chiesetta del famoso scienziato Tacchini,  Villa Testi, sono solo alcuni esempi di quello che potete vedere solo con noi e in questa occasione, per non parlare poi del sito archeologico sul greto del Panaro o le attività collaterali che abbiamo pensato per tutti voi, anche per i più piccoli.
 

Questo è il PROGRAMMA 

VENERDÌ 26 AGOSTO

06:00 CAMMINATA DELLA SALUTE L’alba sul fiume, percorso di 6 Km partenza dalla Rocca Rangoni

10:30 “IL TURISMO RESPONSABILE, SOSTENIBILE FA PER NOI?” interverranno: assessore a cultura e turismo Carlotta Acerbi, Maurizio Davolio presidente AITR (Associazione Italiana Turismo Responsabile), Simona Zedda rappresentante di IT.A.CA. Festival Nazionale Migranti e Viaggiatori e Viola Servi presidente Distretto biologico Valli del Panaro- presso la Sala Garau 

18:00 “RIUSO FANTASIOSO” Visita all’Atelier e mercatino Progetto Dono presso Overseas 

18:30 “YOGA AL TRAMONTO” Sessione di Yoga Narayana nel parco M.K Gandhi presso Overseas  

19:00 “SPILAMBERTO IERI OGGI E DOMANI” Vernice della Mostra organizzata da Odysseus  in Rocca Rangoni

20:00 “SCALANDO LA TORRE GRANDA” Visita guidata del Torrione fin su ai merli ed assaggio del bruno liquore “il nocino”

21:00 “IL CAMMINO DELL’UNIONE” Narrazione e fotografie degli ideatori: Giuseppe Leo Leonelli e Federica Bergonzini

21:30 “IL SAPORE DELLA TERRA” Proiezione documentario Terre dei Castelli con la presenza del regista Giulio Filippo Giunti  e musiche di: Pino Dieni  chitarra  e Beppe Casciano armonica - Parco Rangoni

 

SABATO 27 AGOSTO

07:00 “CAMMINATA METABOLICA“ Percorso guidato nella natura che da energia.

09:00 “NATURA ESPLOSIVA” Passeggiata ad anello di 7 km lungo canali e campagne arrivando alla SIPE e ritornando sul Percorso Natura del fiume Panaro - con visita guidata alla SIPE 

10:45-12:00-14:00-15:30 “UN DOLCE INVECCHIAMENTO” Visite guidata al Museo dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena

10-11-12-15-16-17-18 “Vivere la Rocca: sui passi di signori e contadini” Visite guidate percorso FAI  

16:00 “VIAGGIO NEI MILLENNI“ Visita guidata al Museo Antiquarium, in bicicletta percorso archeologico e visita agli scavi in corso

17:00 “DAL CHIUSO PASSATO AD UN APERTO PRESENTE” Percorso storico - urbanistico con concerto sul greto del fiume 

19:00 “OSTERIA DEL “BUONO,GIUSTO E SOLIDALE” di Slow Food Condotta Valle del Panaro  

21:00 “THE CLIMATE ROUTE”- Racconto e visione della spedizione per il clima di 18mila Km – parco Rangoni 

21:45 “LA CASA DESERTO” Spettacolo di poesia performativa realizzato dal Mutuo Soccorso Poetico - Habitat – Abitare il futuro

 

DOMENICA  28  AGOSTO 

08:00 “ABITARE SÈ STESSI PER ABITARE IL FUTURO” Meditazione nel parco della rocca a cura associazione Freemind

09:00 “STORIE D’ACQUE E DI UOMINI” Biciclettata ad anello con arrivo e ritorno da San Vito  alla scoperta di luoghi inaspettati   

10-11-12-15-16-17-18 “Vivere la Rocca: sui passi di signori e contadini” Visite guidate percorso FAI  

10:00 "IL GIOIELLO DENTRO DI ME" Letture e laboratorio per creare il proprio Habitat   rivolto ai ragazzi 6/10 nel parco della rocca

12:00 e 19:00 OSTERIA DEL “BUONO,GIUSTO E SOLIDALE” Slow Food Condotta Valle del Panaro  

16:30 “COME I RAGAZZI IMMAGINANO IL FUTURO” Laboratorio creativo per ragazzi da 5 a 11 anni 

16:30 “LA QUIETE DEL COLLE” Itinerario fuoriporta in bicicletta con fermate storiche e ad aziende agricole fino a Collecchio

18:00 “PROSPETTIVE TERRITORI D’ARTE 2022” Inaugurazione opera “Dream Circus Project” di Daniele Catalli 

20:00 “NOI SIAMO ANCHE I LUOGHI” Presentazione della Mappa del cuore – raccontaci la tua Spilamberto 

20:30 “LUOGHI DI CULTO” Visita guidata alle Chiese di San Adriano e di San Giovanni e sguardo ai dipinti restaurati e concerto della Daniel’s Jazz Choral

 

Mostra: “SPILAMBERTO IERI OGGI E DOMANI”   aperta dalle ore 10  alle ore 19 nei giorni di sabato 27 e domenica 28 in Rocca Rangoni

Video: “RACCONTI E TESTIMONIANZE DI CAMMINANTI VERSO IL FUTURO”

Info: info@spazioalmo.it




lunedì 22 agosto 2022

I tempi in cui viviamo...

 


Da due anni stiamo assistendo ad un colpo di stato mondiale, nel quale un’élite finanziaria e ideologica è riuscita ad impadronirsi di parte dei governi nazionali, delle istituzioni pubbliche e private, dei media, della magistratura, dei politici, dei leader religiosi.

 

Tutti, indistintamente, sono asserviti a questi nuovi padroni che assicurano potere, denaro e affermazione sociale ai loro complici. I diritti fondamentali, che fino a ieri ci erano presentati come inviolabili, sono calpestati in nome di un’emergenza: oggi sanitaria, domani ecologica, dopodomani informatica.

 

Questo colpo di stato globale priva i cittadini di ogni possibilità di difesa, dal momento che i poteri legislativo, esecutivo e giudiziario sono complici della violazione del diritto, della giustizia e del fine per il quale esistono. Ed è un colpo di stato globale perché questo attentato criminale contro i cittadini si estende a tutto il mondo, salvo rarissime eccezioni.

 

È una guerra mondiale, dove i nemici siamo tutti noi, anche coloro che inconsapevolmente non hanno ancora compreso la portata di quanto avviene. Una guerra combattuta non con le armi, ma con norme illegittime, sciagurate politiche economiche, intollerabili limitazioni dei diritti naturali.

 

Organismi sovranazionali, finanziati in massima parte dai congiurati di questo colpo di stato, interferiscono nel governo delle singole Nazioni e nella vita, nelle relazioni, nella salute di miliardi di persone. Lo fanno per denaro, certamente, ma ancor più per accentrare il potere, in modo da instaurare una dittatura planetaria.

 

Svegliati! ... prima che sia troppo tardi!


Adriano Colafrancesco




sabato 20 agosto 2022

Rischio di estinzione - La soluzione non è nel "sistema"

 


Gli uomini combattono, si uccidono, ma è la natura a soffrire di più: la sua distruzione aggrava il rischio di estinzione, che si accresce anche a causa della continua erosione della naturalità delle specie. - Jacques Camatte

Niente è stato risolto e, globalmente, oggettivamente, l’umanità vive nella déréliction [solitudine esistenziale, abbandono], per quanto riguarda i dominati, e nella fuga in avanti dei dominanti, che pensano, nei fatti, di scongiurare o manipolare la minaccia di estinzione.

Grazie all’uscita dalla natura, l’umanità pensava di poter sfuggire al rischio di estinzione, soprattutto con lo sviluppo del capitale, che avrebbe dovuto garantire la sicurezza, ma la morte di esso  e la persistenza del rischio sono la prova lampante che niente è stato risolto. Diversi fenomeni lo testimoniano.

Il covid-19 si manifesta periodicamente con grande virulenza, mentre altre malattie, come il vaiolo delle scimmie, sono in aumento.

La dipendenza e lo sradicamento accrescono la perdita dell’immunità naturale, di conseguenza aumenta l’assistenzialismo.

La siccità, che aumenta ogni anno in intensità e durata, è accompagnata da una serie di incendi sempre più distruttivi. Si può dire che, parallelamente, si assiste sempre più a sparatorie, come se l’incendio coinvolgesse la specie stessa.

La fame colpisce sempre più persone in tutto il mondo.

Rivolte, sommosse, in rapporto a un malcontento persistente, e persino crescente, in diversi Paesi.

Jacques Camatte


(Ma la soluzione non è nel "sistema" ndr)

lunedì 8 agosto 2022

Il Festival del Turismo Responsabile arriva a Spilamberto, dal 26 al 28 agosto 2022

 


Nelle giornate di venerdì 26sabato 27domenica 28 Agosto 2022 a Spilamberto (MO) arriva IT.A.CÀ -  il Festival del Turismo Responsabile che coniuga la sostenibilità del turismo con il rispetto dei territori e dei loro cittadini

Tra le 16 regioni che accolgono le 24 tappe dell’edizione 2022 : a Spilamberto  parte  la Prima Tappa dell’Emilia Romagna  del primo grande evento italiano dedicato al turismo sostenibile ed accessibile “IT.A.CÀ Festival  Migranti e Viaggiatori “ nato 14 anni fa da YODA aps, COSPE onlus e NEXUS Emilia Romagna con l’obiettivo, di contribuire attraverso proposte ed azioni concrete, ad un ripensamento del settore turistico, orientato allo sviluppo sostenibile dei territori con l’attivazione di buone pratiche, al rispetto delle comunità ospitanti, e sempre più accessibile ed inclusivo. E come tutte le Tappe, anche questa ha scelto di raccontare a suo modo il tema 2022 del festival:   ‘HABITAT : ABITARE IL FUTURO’

 

Spilamberto - Valle Panaro 

Gli organizzatori della tappa spilambertese sono il Centro Culturale ALMO di Piumazzo ed il Comune di Spilamberto che assieme alle Associazioni del territorio e alle realtà locali hanno creato un programma, ricco di proposte per tutti.

Il programma vuole essere un cammino in un territorio pronto a svelare le ricchezze del passato e le contraddizioni del presente; a narrare storie e leggende; a meravigliare con le architetture religiose, le case medievali e liberty; a stupire con le opere idrauliche,  e a catturare infine  l’interesse del visitatore con l’ enogastronomia e degustazioni delle eccellenze.

Vi aspettano tre giorni di incontri, visite guidate, laboratori esperienziali, spettacoli, itinerari a piedi e in bicicletta, (chi vuole può provare anche le e-bike) alla scoperta della dei percorsi storici-culturali,  agroambientali  del territorio spilambertese, resi fertili dalle acque dal Panaro e dei suoi canali. Esploreremo il paese e gli habitat, ammirando la loro biodiversità. Insieme a tante Associazioni, proporremo eventi ed incontri per cogliere gli aspetti nuovi che il futuro potrebbe portare all'insegna della cura del territorio, e di chi lo abita. 

E’ un viaggio alla scoperta di luoghi come il Canale San Pietro,Torrente Guerro  importanti per le eccellenze agricole e  per San Vito, come  vasta sia l’area SIPE oggi archeologia industriale e parco di inestimabile valore da salvaguardare.  Visite guidate  in Rocca Rangoni  --  Torre Granda –  Ville e urbanistica storica ,  Antiquarium  -  Chiese e dipinti , Museo dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena

Con Il progetto Prospettive  Territori d’Arte 2022 l’artista Daniele Catalli  lascierà una sua opera. Nella Rocca artisti esporranno  la loro immagine di Spilamberto.

Con la tua bicicletta o la  e-bike di BiCimon-e scopri: la quiete  e il panorama di Collecchio, le aree archeologiche, un’associazione importante che agisce per un futuro di comunità che si chiama Overseas.  Ogni mattina  una proposta che si rivolge  all’abitare di sè stessi con la camminata della salute, la metabolica, la  meditazione. Nel Parco Rangoni alla domenica diversi laboratori creativi di come i ragazzi immaginano il futuro. Nelle serate argomenti importanti: come il cambiamento climatico viene portato dal gruppo The Climate Route con  la narrazione della loro spedizione appena conclusa di 18mila Km  partiti dalla Marmolata pochi giorni prima della tragedia. Il Mutuo Soccorso  Poetico con uno spettacolo di poesia performativa dal titolo ”LA CASA DESERTO” elabora il tema del festival  Habitat abitare il futuro.

Una serata è tutta dedicata alla Terra dei Castelli con gli ideatori del Cammino dell’Unione Giuseppe Leo Leonelli e Federica Bergonzini e la visione del documentario   ” IL SAPORE DELLA TERRA”con la presenza del  regista Giulio Filippo Giunti e con i musicisti Pino Dieni chitarra e Beppe Casciano armonica. 

La musica la troveremo sul greto del Panaro al tramonto di sabato : il Laboratorio della Voce regala parole e musica dei cantautori  e domenica sera a chiusura del festival con il concerto del Coro  Daniel’s Jazz Choral  con spiriturals e gospel                                                

L’osteria del “ buono,giusto e solidale” di Slow Food Condotta Valle del Panaro vi proporrà le sue eccellenti degustazioni “i contadini nei  piatti e nei bicchieri”

Venerdì 26 alle ore 10.30  Si apre il Festival con un incontro “Turismo responsabile:  fa per noi? se ne parla con Maurizio Davolio  Pres. Associazione  Italiana Turismo Responsabile ,con Simona Zedda  rappresentante nazionale  di IT.A.CA , con Viola Servi Pres. Distretto Biologico Valle del Panaro  con il coordinamento dell’Assessore alla Cultura e Turismo di Spilamberto Carlotta Acerbi.


INFO 

Il programma completo (incluso dettagli sugli eventi, modalità di partecipazione,  ecc.) è consultabile qui: 

https://www.festivalitaca.net/portfolio-articoli/it-a-ca-spilamberto-modena/ 

Centro Culturale ALMO: www.spazioalmo.it 

Comune di Spilamberto: www.comune.spilamberto.mo.it 

IT.A.CA : www.festivalitaca.net

 



NOTE

L’habitat non è lo spazio di un individuo o una popolazione, ma il luogo di incontro. É il luogo fisico di contatto. É il luogo dell’abitare. Della coesistenza tra uomo e natura. Dell’evoluzione. Sono i luoghi che accolgono, gli habitat che si plasmano nell’incontro e per accogliere.

In questo viaggio attraverso l’abitare vicino ad un fiume e i suoi canali  che sia abitare permanente o temporaneo, vogliamo scoprire insieme gli spazi che determinano I tempi e le abitudini, l’insieme dei contesti in equilibrio tra necessità e risorse. Le morfologie che generano identità e diversità.

Habitat, luogo di luoghi, di infinite relazioni che generano, conservano, trasformano.

È lo spazio domestico, la strada, il quartiere, il parco, il luogo dell’incontro. È ogni singolo albero e ogni aiuola, che trovano un senso individuale e comunitario.

È luogo di appartenenza, è casa che ci appartiene, ma che non possediamo, se non attraverso la cura. 

giovedì 4 agosto 2022

Roma. 6 agosto 2022 - Piantiamola col Nucleare, Seminiamo Pace: Costruiamo insieme il Futuro



Il 6 agosto 1945 venne sganciata la bomba nucleare che distrusse la città giapponese di Hiroshima, il 9 agosto la sciagura si ripeté su Nagasaki. Queste date resteranno per sempre nella storia umana come giorni bui, assolutamente nefasti e che mai vorremmo ripetere nel futuro. Tuttavia, la follia della guerra, in particolare il conflitto in Ucraina, ha impennato il rischio della minaccia nucleare.


Dall’inizio del conflitto i portavoce di entrambe le fazioni affermano pubblicamente che l’utilizzo delle più moderne e sofisticate armi nucleari non può essere escluso. La tecnologia nucleare odierna permette di eseguire attacchi sia su larga scala che mirati, con una gittata maggiore e una forza distruttiva fino a 30 volte superiore di quelle di Hiroshima e Nagasaki, con conseguenze devastanti, immediate e a lungo termine per l’umanità e per l’ambiente. Impatti ingovernabili, una catastrofe.

Oggi sono 9 gli Stati con armi nucleari (Russia, USA, Francia, Regno Unito, Cina, Israele, Pakistan, India, Corea del Nord) e 5 gli Stati della NATO aderenti alla condivisione nucleare (Belgio, Germania, Italia, Paesi Bassi, Turchia) che, detenendo e rinnovando gli arsenali sul loro territorio, violano il Diritto Internazionale [https://multimage.org/libri/parere-giuridico-sulla-presenza-delle-armi-nucleari-in-italia/]. In totale, ci sono circa 14.000 testate atomiche, di queste circa 4000 sono schierate e circa 2000 pronte per essere lanciate.

Il Trattato per la proibizione delle armi nucleari (TPNW) in vigore dal 2021 è stato ratificato finora da 66 Stati e firmato da ulteriori 23, su 208 Stati nel mondo.Il Trattato proibisce alle nazioni di sviluppare, testare, produrre, fabbricare, trasferire, detenere, immagazzinare, utilizzare o minacciare l’uso di armi nucleari, o permettere che armi nucleari siano posizionate sul proprio territorio. Inoltre, vieta di assistere, incoraggiare o indurre chiunque a partecipare a una qualsiasi di queste attività.Negli Stati che hanno firmato il TPNW, le banche, le aziende, le università e i privati non potranno contribuire allo sviluppo di armi nucleari, nemmeno nei Paesi che non aderiscono al trattato.Il TPNW è permanente e legalmente vincolante per le nazioni che vi aderiscono.Inoltre, il trattato prevede anche la possibilità di essere adottato a livello locale (Comuni e/o Regioni) generando una pressione che potrebbe raggiungere la ratifica del trattato a livello nazionale [https://cities.icanw.org]. Il TPNW è una pietra miliare del diritto internazionale, un’iniziativa della società civile ricompensata con il premio Nobel per la pace nel 2017, sostenuta dalla stragrande maggioranza dei Paesi, ad eccezione di quelli che possiedono armi nucleari e dei loro alleati. Questi ultimi hanno reagito con un silenzio assordante e continuano ad ignorare il TPNW.

Lo scorso giugno dal 18 al 23 si è tenuto a Vienna l’ICAN Forum e il primo Meeting degli Stati Parte del TPNW, che ha prodotto la Dichiarazione di Vienna e il Piano d’Azione in vista del secondo meeting, che si terrà a New York dal 27 novembre al 1° dicembre 2023. Ogni Stato nucleare che aderisca al TPNW ha a disposizione 10 anni per eliminare le sue armi nucleari, mentre gli Stati Non Nucleari che aderiscano al TNPW dispongono di 90 giorni per la rimozione delle bombe che ospitano sul proprio territorio (Nuclear Sharing). L’Italia, se decidesse la ratifica, potrebbe liberarsi dalle bombe nucleari stoccate a Ghedi Torre e ad Aviano. Sarebbe un modo dignitoso per uscire da una situazione di alto rischio e di illegalità, per la quale è passibile di essere denunciata a livello nazionale e internazionale.

E’ in corso dal 1 al 26 agosto a New York la Conferenza di Revisione del Trattato di Non Proliferazione (TNP), la prima da quando le armi nucleari sono divenute illegali. Su 191 Paesi aderenti al TNP la Cina, la Francia, la Russia, UK, U.S. e i Paesi che ospitano armi nucleari U.S. o Russe, hanno violato l’obbligo del disarmo in base all’art. VI del trattato.

Finché i Governi non si decideranno a smantellare gli arsenali nucleari, l’umanità, la nostra sopravvivenza, sarà minacciata. L’unica soluzione coerente è dare priorità al disarmo nucleare. Mai più Hibakusha, mai più vittime di esperimenti nucleari e di attacchi nucleari!

Convergenza: La Comunità per lo sviluppo Umano, Mondo senza guerre e senza violenza, Rete Ecosocialista, WILPF ITALIA, Disarmisti Esigenti, OGZERO, Atlante Guerre, Zeitgeistitalia, Società della Cura, Rete per la politicità sociale, Manifesta, Rifondazione Comunista, Pressenza International Press Agency

Con l'adesione della Rete Bioregionale Italiana



Roma, 6 agosto 2022 -  Distribuzione  volantini  nel corso dell'evento alle 9.30 a Piazza del Pantheon:   "Piantiamola col Nucleare, Seminiamo Pace: Costruiamo insieme il Futuro"

P.S.  Il 6 agosto, pianta un seme, o accendi una candela, o scrivi un messaggio che sia a favore di un futuro libero da armi nucleari e che ti ricordi ogni giorno di aver cura di far crescere la Pace in te e fuori di te. Quindi, fai una foto e condividila sui social con l’hashtag #TPNWandSowPeaceo invia la foto a redazioneitalia@pressenza.com.