domenica 27 febbraio 2022

Ucraina... Aprendo gli occhi tutto torna!


Questa guerra è nata nel 2014, quando è stato fatto un colpo di stato in Ucraina sostenuto da Stati Uniti (c'era Biden agli esteri e la Clinton alla difesa). Tolsero il Presidente ucraino filo-russo che si rifugiò a Mosca, presero il potere con la forza e piazzarono un governo filo- americano.

Dopo il colpo di stato sono subito state emanate delle leggi anti russe. Solo che l'Ucraina è un paese diviso in due, a ovest sono nazionalisti e vicini alla UE, ad est e in Crimea sono russi.
La Russia con un colpo di mano si è ripresa la Crimea senza sparare un colpo (perché il 90% sono russi e hanno fatto un referendum). Mentre nelle altre province sono state fatte persecuzioni (multe se parli in russo, sparatorie a chi pregava in russo). I dati OSCE parlano, di 14.000 morti fra civili e militari nel Donbas in 7 anni.

Nel 2014 c'è stata la strage di Odessa, ma ne hanno parlato troppo poco in tv. Gli ucraini diedero fuoco a un sindacato che era pieno di anziani, donne con bambini, quelli che scamparono all'incendio furono uccisi a colpi di fucile.

Putin ha più volte denunciato il genocidio nel Donbas (14.000 morti) ma nessuno nei media occidentali ha approfondito.

Poi è arrivato Trump e l'Ucraina è rimasta sola, a lui non interessava. C'è stato i cessate il fuoco e sono stati fatti gli accordi di Minsk che prevedevano il riconoscimento delle due repubbliche da parte dell'Ucraina come regioni a statuto speciale.

Si arriva così all'elezione di Biden, che affermò subito che Putin è un killer e che gliel'avrebbe fatta pagare.


Il figlio di Biden, Hunter, ha diversi gasdotti in Ucraina, e affari milionari. Biden ha chiesto l'ingresso nella Nato dell'Ucraina, inaccettabile per la Russia. Inaccettabile perché i missili sarebbero puntati a 300 km da Mosca. Perché sarebbero puntati su Pechino, infatti la Cina ha sostenuto la Russia con contratti sul gas altissimi.

Da dicembre è iniziata l'isteria americana sull'inizio della guerra. Hanno pompato Zelensky a bombardare di nuovo il Donbas per riprenderselo promettendogli aiuto militare. Lui ci è cascato. La Russia si è seduta al tavolo con tutti i presidenti e con tutti i ministri degli esteri ma senza risultati. Nessuno voleva trattare, ma ribattevano che l'Ucraina ha il diritto di entrare nella Nato. La Russia ha offerto di demilitarizzare l'Ucraina e farlo uno stato cuscinetto, come la Svizzera, di transito di gas e di merci, ma senza armi. Gli è stato risposto di no.

Aggiungo che gli USA hanno piazzato in questi anni in Ucraina 14 laboratori che producono armi chimiche, lungo tutto il confine russo. Dunque una minaccia  non solo di missili.

A questo punto non è difficile comprendere la reazione di Putin, acclamato dalle popolazioni filo-russe del Donbass come un liberatore di quelle zone che non devono essere annesse alla Russia ma rese alla loro libertà dopo i massacri di questi anni.

Non esistono buoni e cattivi, ma solo una buona o una cattiva informazione.

(R.H.)

Kiev. Foto di Alberto Montecchiesi


sabato 26 febbraio 2022

Costituzione - Il valore supremo della dignità umana



Leggendo la Costituzione troviamo in più parti il richiamo, diretto o indiretto, alla dignità umana. È un concetto che pervade tutto il testo costituzionale e sul quale oggi, in un momento in cui la dignità umana risulta aggredita da norme che non ne tengono conto, è più che mai importante riflettere.

 Ma passiamo al testo della nostra Costituzione.

    Innanzitutto, all’art. 2 Cost. troviamo il riconoscimento – non l’attribuzione, trattandosi di diritti immanenti della persona di cui lo Stato può solo prendere atto e, appunto, “riconoscere” – dei diritti inviolabili dell’uomo sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità.
    Anche se all’art. 2 non troviamo un riferimento diretto alla dignità umana, è chiaro che questo c’è, seppur sottinteso: i diritti fondamentali e inviolabili riconosciuti dall’art. 2 sono propri dell’uomo in quanto tale, con il loro riconoscimento si dà valore, correlativamente, alla dignità umana.

    Il concetto di dignità è presente espressamente nell’art. 3 Cost. che prevede che “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”. Ai sensi di questo articolo, dunque, la dignità viene riconosciuta a tutti i cittadini senza alcuna distinzione, in conformità del principio di non discriminazione.

    L’art 4 Cost. prevede il riconoscimento a tutti i cittadini del diritto al lavoro e la promozione, da parte dello Stato, delle “condizioni che rendano effettivo questo diritto”. Sempre all’art. 4 il lavoro è previsto non solo come diritto ma anche dovere, collegato al fatto che l’attività lavorativa concorre al progresso materiale o spirituale della società. Sicché si può dire che si ritrova nella Costituzione una sorta di equivalenza tra vita dignitosa e possibilità di lavorare; in particolare il vivere dignitosamente, corrispondente ad una vita in cui l’essere umano può lavorare per il sostentamento suo e dei suoi familiari (si vedrà poi l’art. 36 Cost) e concorrere al progresso della società, prevale sul vivere e basta.

    La dignità è richiamata espressamente anche in altri punti della nostra Carta costituzionale.

    L’art. 32, nel prevedere la tutela della salute sia come “fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività” – e si noti che il riferimento, nel caso dell’individuo, è al suo diritto fondamentale, mentre nel caso di collettività si parla di interesse – stabilisce che “Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge” e, comunque, che la legge impositiva di un determinato trattamento sanitario “non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”, quindi della sua dignità.

    L’art. 36 Cost. stabilisce poi il diritto del lavoratore ad una retribuzione non solo proporzionata all’attività svolta ma in ogni caso “sufficiente ad assicurare a lui ed alla sua famiglia una vita libera e dignitosa” – di nuovo troviamo il concetto di dignità, connesso con la vita umana, che la Costituzione celebra in quanto sia dignitosa, e con il lavoro, su cui (art. 1 Cost.) la nostra Repubblica è fondata.

    L’41 Cost. indica inoltre il rispetto della dignità umana tra i limiti all’iniziativa economica privata.

    Riflettere sul valore della dignità umana – che, in certo qual modo, riassume tutti gli altri valori contenuti nella nostra Costituzione – è più che mai importante oggi, in un momento in cui l’aggressione a tale dignità appare senza precedenti.
    In particolare, dopo la previsione e l’utilizzo del Green Pass “base”, già di per sé strumento discriminatorio e censurabile in base ai valori costituzionali, è stato previsto il Green Pass rafforzato (o Super Green pass), certificazione che si ottiene solo da vaccinati o guariti da covid 19.

    Questa certificazione, inizialmente richiesta per diverse attività al chiuso, con il d.l. 229 del 30 dicembre 2021 è stata estesa a praticamente tutti gli ambiti della vita umana. A partire dai 12 anni di età, infatti, non si può praticare attività sportiva neanche all’aperto, prendere un bus o un treno, sedersi ad un tavolino di un bar o un ristorante, anche all’aperto. andare ad un museo o ad un teatro senza essere stati vaccinati ovvero essere guariti da covid 19.

    Come queste disposizioni cozzino con il concetto di dignità umana e di vita dignitosa (la cui tutela nei confronti dei bambini e ragazzi dovrebbe tra l’altro essere ulteriormente rafforzata) dovrebbe essere assolutamente palese a tutti.
    Ma c’è di più.

    Il d.l. 1 del 7 gennaio 2022 oltre ad avere esteso l’obbligo del Green pass base per servizi alla persona (come parrucchieri), banche, poste, uffici pubblici, attività commerciali eccetto quelle essenziali (alimentari, farmacie, ecc..) ha introdotto l’obbligo vaccinale (già in precedenza previsto per alcune specifiche categorie di lavoratori, ad esempio in ambito sanitario) per chi abbia compiuto 50 anni di età (o anche per chi li compia successivamente) fino al 15 giugno 2022 prevedendo inoltre la necessità di Green Pass Rafforzato (Super Green Pass) per l’accesso a tutti i luoghi di lavoro dal 15 febbraio 2022 sempre fino al 15 giugno 2022 (e questo obbligo è stato esteso anche all’accesso in Parlamento; e questa gravissima previsione meriterebbe un contributo scritto a parte).

    I lavoratori ultracinquantenni non in possesso di Super Green Pass rischiano dunque pesanti sanzioni pecuniarie ove vengano trovati sul posto di lavoro senza tale certificazione e, nel momento in cui non vi accedono per mancanza della certificazione stessa, sono considerati assenti ingiustificati, senza conseguenze disciplinari e con diritto alla conservazione del rapporto di lavoro, fino alla presentazione delle certificazioni, e comunque non oltre il 15 giugno 2022. Per i giorni di assenza ingiustificata, questi lavoratori non hanno diritto alla retribuzione né ad altro compenso o emolumento.

    Il tutto in aperta ed evidente violazione, solo per citare alcune delle norme costituzionali sopra ricordate, dell’art. 32 della Costituzione secondo cui una legge che prevede un trattamento sanitario obbligatorio non deve violare il rispetto della persona umana e dell’articolo 36 della Costituzione secondo cui i cittadini hanno diritto ad una retribuzione sufficiente per un’esistenza libera e dignitosa.

    Timidamente qualche Giudice pare rendersi conto della palese violazione dei principi costituzionali fondanti del nostro ordinamento e, in particolare, del principio relativo alla tutela, sempre e comunque, della dignità umana.

    Il Giudice del Lavoro del Tribunale di Velletri ha, prima con provvedimento in fase cautelare nel novembre scorso e poi con successiva sentenza, riammesso al lavoro un’operatrice sanitaria sospesa in quanto non vaccinata “… considerata la rilevanza costituzionale dei diritti compromessi (dignità personale, dignità professionale, ruolo alimentare dello stipendio)”.

    Il TAR del Lazio in composizione monocratica, con tre decreti appena depositati, ha annullato la sospensione dello stipendio per tre dipendenti del Ministero della Giustizia, ritenendo la necessità di valutare (cosa che avverrà a breve in sede collegiale) la costituzionalità della norma.

    Nei decreti il TAR ha evidenziato che si prospettano “profili di illegittimità costituzionale della normativa concernente l’obbligo, per determinate categorie di personale in regime d’impiego di diritto pubblico, di certificazione vaccinale ai fini dell’ammissione allo svolgimento della prestazione lavorativa” e ha ritenuto in tutti i casi trattati “che, in relazione alla privazione della retribuzione e quindi alla fonte di sostegno delle esigenze fondamentali di vita, sussistono profili di pregiudizio grave e irreparabile, tali da non tollerare il differimento della misura cautelare sino all’esame collegiale”.

    Né si può dimenticare l’articolata ordinanza con cui il Consiglio di giustizia amministrativa della Sicilia, giudice d’appello in materia amministrativa previsto dallo Statuto speciale della Regione Sicilia, nel caso di uno studente non vaccinato iscritto al terzo anno del corso di Laurea d’Infermieristica, ha disposto un’istruttoria, richiedendo a tal fine specifiche informazioni al Ministero della Sanità, per vagliare se le disposizioni inerenti l’obbligo vaccinale siano o meno conformi al dettato costituzionale.

    In una recente intervista, il Prof. Alessandro Mangia, professore ordinario di diritto costituzionale nella facoltà di giurisprudenza dell’Università Cattolica di Milano, evidenzia espressamente che “il green pass tocca il diritto alla retribuzione, la cui finalità – ci dice l’art. 36 Cost. – è quella di “garantire un’esistenza libera e dignitosa”. Il Prof. Mangia si chiede (e chiede all’intervistatore): “è libera e dignitosa la vita di chi si deve vaccinare per lavorare e arrivare a fine mese?”. La risposta è necessariamente NO. E, conclude il Prof. Mangia, è “Strano che nessuno se lo sia chiesto, e che nessuno si sia accorto che il limite espresso” ai trattamenti sanitari, quando resi obbligatori per legge ai sensi dell’art. 32 Cost., “è la dignità della persona”.

giovedì 24 febbraio 2022

24 febbraio 2022. Quel che succede in Ucraina...

 


Dopo ripetuti avvertimenti rivolti alla Nato di astenersi dall'inclusione dell'Ucraina nella Alleanza Atlantica ed al governo ucraino di rispettare gli accordi di Minsk, per un pacifico accordo con le Regioni russofone del Donbass, non avendo avuto ragionevoli risposte,  anzi  assistendo ad un incrudelirsi delle azioni militari ucraine  contro i russofoni e al rifiuto della Nato di fornire garanzie per la sicurezza della Russia, infine il presidente Vladimir Putin ha deciso di riconoscere l'indipendenza del territorio del Donbass  e,  giovedì 24 febbraio 2022,  ha ordinato un'operazione speciale, dopo che la DPR e la LPR hanno chiesto a Mosca assistenza militare per difendersi dall'aggressione ucraina. 

Il capo di Stato russo ha affermato che l'operazione è di natura preventiva. Le forze russe sono impegnate in Ucraina per un'operazione chirurgica. Nel corso dell'operazione - riferisce la  testata Sputnik-  74 siti di infrastrutture militari ucraini sono stati neutralizzati, inclusi 11 aeroporti dell'aeronautica militare, 3 posti di comando, una base navale e 18 stazioni radar. 

Il ministero della Difesa russo osserva che, al momento, nell'area delle azioni militari, la resistenza è posta principalmente da gruppi armati di nazifascisti, mentre l'esercito ucraino sta cercando di evitare scontri e concordare corridoi per uscire dalla zona delle operazioni senza armi. Shoygu ha dato ordini ai comandanti di unità di trattare con rispetto i militari ucraini.

Paolo D'Arpini


Video sulle operazioni russe in Ucraina: http://aurorasito.altervista.org/?p=22790


Integrazione: 

"Se chiudiamo per un istante la voce della propaganda Euro-Atlantica riportata dal solito trittico Corriere-Stampa-Repubblica, riusciamo a vedere cosa sta accadendo veramente in Ucraina. Non c'è una "invasione russa". Invasione vuol dire entrare un Paese straniero per poi procedere alla sua occupazione. Questo è quello che vuole far credere la macchina della menzogna dei media Occidentali, e a quanto pare c'è ancora qualcuno che ci crede. Quello che ha fatto Putin è dare il via ad una precisa operazione militare chirurgica per mettere in sicurezza il Donbass e il Lugansk. La Russia non sta colpendo città o altri luoghi sensibili dove si trovano i civili. La Russia sta colpendo le postazioni delle fazioni naziste ucraine e sta accadendo anche un fatto ovviamente taciuto dai media Occidentali.

I soldati ucraini al confine non oppongono la minima resistenza. Stanno deponendo le armi. Il ragionamento che sta facendo il soldato ucraino è piuttosto semplice. Perché mai dovrebbe suicidarsi per difendere un burattino ex comico nelle mani della lobby atlantista e sionista? Venga lui a combattere contro Putin. Alla fine di questa storia, non solo Putin avrà assicurato la protezione del Donbass e del Lugansk, ma avrà liberato l'Ucraina da un corrotto regime al soldo di Bruxelles che non ha fatto altro che portare miseria e disperazione nei confronti del popolo ucraino."
(Cesare Sacchetti)




Articolo collegato: 

La Russia, sembra, sta distruggendo i centri di guerra biologica americani in Ucraina: https://www.maurizioblondet.it/la-russia-sta-distruggendo-i-centri-di-guerra-biologica-americani-in-ucraina/


Traduzione integrale del discorso del presidente Putin del 24 02 2022 nel quale vengono precisamente spiegate le ragioni che hanno indotto la Russia ad intervenire militarmente in Ucraina.
https://www.youtube.com/watch?v=-afRVXYibcg

mercoledì 9 febbraio 2022

Roma. "PROGETTO SEMINATI" e "RURAL CITY LAB"

Alliance Bioversity International – CIAT, Ente Parco regionale dell’Appia Antica, Orto Botanico di Roma, Platform for Agrobiodiversity Research, Zappata Romana, sono lieti di annunciare il progetto
 
SEMINATI
 
Il progetto mira a rendere la BIODIVERSITA’ concreta, misurabile e a riportarla ad una dimensione tangibile per tutti, attraverso i sensi: gusto, vista, tatto, olfatto ed udito. Si svolgerà a Roma, dove gli orti urbani sono una grande realtà, coinvolgendo ortisti e non solo in iniziative volte alla sensibilizzazione sull’agrobiodiversità perché possano, con le loro azioni, essere soggetti attivi, partecipi alla sostenibilità urbana con piccoli gesti che fanno una grande differenza.
 
Il lavoro muove da una App (DATAR), strumento di valutazione della diversità delle specie agricole per la resilienza dell’agrobiodiversità, per nutrire e ripristinare il pianeta. L’App nata per supportare i sistemi di produzione di piccoli produttori nei paesi in via di sviluppo, verrà adattata e applicata per acquisire nuove informazioni e migliorare la produzione negli orti urbani romani.
 
Il progetto, che inizierà il 12 febbraio 2022 con un Rural City Lab all’Orto Botanico di Roma, prevede nell’ambito dell’Agri-food lo svolgimento di alcuni percorsi di scienza aperta, service learning e digitalizzazione per l’avvicinamento e la sensibilizzazione dei partecipanti (associazioni di ortisti, di cittadinanza attiva e scuole) agli obiettivi di sviluppo sostenibile.
 
I laboratori promossi, che saranno gratuiti e vedranno l’alternanza di appuntamenti on line e in presenza a partire dalla seconda metà di febbraio, riguarderanno:
- Produrre semi e costruire e gestire una banca di semi
- Riconoscere le piante spontanee, risorse alimentari alla portata di tutti
- Compostaggio dal balcone all’orto: l’economia circolare dei rifiuti
- Gli insetti nell’orto: bugs hotel, alveari e zanzare
- Misurare la presenza della agrobiodiversità
 
I laboratori vedranno la partecipazione dei proponenti il progetto per comunicare alcune buone pratiche a stakeholder quali associazioni di ortisti e della cittadinanza attiva, scuole e istituzioni.

Il progetto è finanziato dall'Alleanza CIVIS, pioniera nell'iniziativa "Università europee", ideata dalla Commissione europea come spazio collaborativo per l'insegnamento e la ricerca e in cui avvengono scambi culturali innovativi, dove si esercita un'azione responsabile dei cittadini all'interno dell'Europa e delle sue istituzioni. L’Alleanza Civis vede la partecipazione di: Aix-Marseille Université (Francia), National and Kapodistrian University of Athens (Grecia), University of Bucharest (Romania), Université Libre de Bruxelles (Belgio), Universidad Autónoma de Madrid (Spagna), Sapienza Università di Roma (Italia), Stockholm University (Svezia), Eberhard Karls Universität Tübingen (Germania) e University of Glasgow (Scozia).
 
Il progetto verrà inaugurato con un Rural City Lab la mattina di sabato 12 febbraio 2022, presso l’Orto Botanico di Roma in Largo Cristina di Svezia, 23A a Roma. La giornata inizierà a partire dalle ore 10 con una tavola rotonda di presentazione del progetto a cui parteciperanno: Fabio Attorre (Direttore Orto Botanico), Alma Rossi (Direttore del Parco dell’Appia Antica) e Daniela De Leo (Prorettrice al Public Engagement dell’Università La Sapienza), Paola De Santis (Alliance Bioversity International and CIAT) e Luca D’Eusebio (Zappata Romana).
Seguiranno alcune brevi introduzioni ai temi del progetto:
  • L'agrobiodiversità nel nostro sistema, (Paola De Santis, Alliance Bioversity International and CIAT)
  • Biodiversità in natura e nell’orto (Dr Nicola Tormen, World Biodiversity Association)
  • Gli orti urbani a Roma, un network in crescita (Silvia Cioli, Zappata Romana)
  • Progetto INCREASE: Condividi il fagiolo. Un esempio di Scienza partecipata: (Prof. Roberto Papa, Università Politecnica delle Marche).
 
Seguirà una beve visita guidata all’Orto Botanico alle 12.30.
 
Per partecipare all’appuntamento in presenza è necessario il Green Pass.
 
Gli appuntamenti sono tutti gratuiti. La partecipazione agli eventi on line è aperta a tutti previa registrazione inviando una mail a zappataromana@gmail.com.
La partecipazione agli eventi on site è aperta previa registrazione con email a zappataromana@gmail.com nei limiti dei posti disponibili.